L’attualità di San Vigilio

Sottotitolo: Nella ceramica di Carlo Adolfo Fia

“Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” In queste due righe Paolo nella prima lettera ai Corinzi (13, 13) richiama una dimensione fondamentale del cristianesimo, fin dalle origini e ancora oggi.

Anche il nostro patrono san Vigilio, stando a quanto ci dicono le fonti dirette e indirette, fece della carità alla fine del terzo secolo un valore ispiratore ed una prassi costante.

E così, caritatevole, ce lo presenta Carlo Adolfo Fia nel suo recentissimo pannello in ceramica invetriata esposto nella mostra d’arte allestita nell’aula san Giovanni della cattedrale fino al 15 luglio (vedi a pag.III).

Su una lastra rettangolare molto più alta che larga, 90 x 30 cm, il terzo vescovo di Trento campeggia a figura intera in tutta la sua altezza. I due attributi iconografici essenziali della sua carica episcopale giocano un ruolo significativo per meglio e più definire la sua figura in rapporto con lo spazio.

Vigilio non si trova al centro del pannello ma è vistosamente a sinistra, per lasciare così spazio al pastorale che regge in mano. Ad accentuare la sua figura longilinea, in capo indossa una mitra appuntita. I piedi sono uniti, come quelli di un Crocifisso, appoggiati su una base che ci appare quasi il plinto di una statua. Il suo vestito è di un pallido azzurro che senza soluzione di continuità si espande nel cielo dello sfondo.

E la carità come viene raccontata? Attraverso le mani, le sue due mani aperte, enormi, vistosamente più grandi di quanto vorrebbe l’anatomia per significare che sono pronte ad offrire, a dare senza se e senza ma, costantemente e comunque.

Oggi più che mai la carità è sempre attuale, sempre attuale è san Vigilio.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina