L’arcivescovo Lauro Tisi a Lavis prega per i defunti

“In questo cimitero, dal giorno in cui furono sospese le celebrazioni nelle chiese, abbiamo dato il nostro fraterno e cristiano saluto a 33 persone della nostra borgata, quattordici delle quali ospiti di diverse case di riposo. Vicini al dolore dei familiari non vogliamo dimenticare ciò che tutti i nostri defunti hanno rappresentato di bello e buono per i loro cari e per tutti noi, e anche non dimenticare quanto abbiamo vissuto, affinché costruiamo un futuro in cui ‘non sarà più come prima’, e vivremo più consapevoli che ‘siamo tutti sulla stessa barca’”.

Con queste parole il parroco don Vittorio Zanotelli ha accolto, nella serata del 23 giugno, il vescovo Tisi. Nel suo pellegrinaggio nelle zone più colpite dal virus, mons. Lauro ha così fatto tappa anche a Lavis; ad attenderlo anche il sindaco (“Lei ci aiuta ad andare oltre un dolore che si fatica a superare”, ha confidato all’arcivescovo) che ha partecipato assieme ai familiari dei defunti alla Messa in suffragio di tutti coloro che hanno perso la vita nell’emergenza.

La toccante celebrazione al cimitero di Lavis – foto Guido Marcon

“Abbiamo assistito in questi mesi – rammenta don Lauro – a un morire straziante senza la compagnia dei propri cari, un morire dominato dalla solitudine, disumano. In quel morire è arrivato il Signore della vita con il suo Spirito. A chi ha vissuto il dramma di un saluto frettoloso ai propri cari, dico che sono stati condotti con tenerezza nella dimora della luce e della pace”. “Se n’è andato il loro corpo – constata l’Arcivescovo – ma il bene che ci hanno voluto è più che mai vivo e presente. Quando parliamo dei nostri cari – fa notare don Lauro – non parliamo al passato, utilizziamo il presente perché l’amore è più forte della morte e non può essere consegnato all’oblio”. “Vorrei portaste a casa – conclude Tisi – la consolazione di pensare i vostri morti presenti nel Signore e nel suo morire gridando perdono, senza odio e consegnando solo l’amore”.

Nel corso dell’emergenza si è riflettuto spesso sulla necessità di dare nomi e volti ai numeri. Lo si è fatto nella serata di martedì a Lavis dove sull’altare era stato posizionato un lume per ogni defunto col suo nome e l’età, a disegnare una croce con al centro il cero pasquale.

“Ovunque vada, incontro comunità che hanno grande bisogno di consolazione”, la riflessione dell’arcivescovo Lauro Tisi all’indomani della celebrazione. Il suo “viaggio” era iniziato a Pergine, proseguito in val di Fassa, in val di Sole, val del Chiese e domenica scorsa nel capoluogo al convento dei frati cappuccini, comunità decimata dal virus. Continuerà anche nelle prossime domeniche, nelle vallate più colpite dall’irruenza della pandemia.

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