In fondo lo so che siete tutti interessati al miele!

Bella la sociologia dell’alveare, la gerarchia della colonia e la struttura dell’arnia. Ma in fondo lo so che siete tutti interessati al miele! E allora vediamolo insieme che cos’è il miele, come viene fatto e quali sono gli altri prodotti dell’alveare. Il miele è una sostanza viscosa e appiccicosa, interamente prodotta dalle api mellifere, senza alcun intervento umano.

Durante il volo di bottinamento, le api prendono il polline dai fiori con le zampe posteriori (impollinandoli come conseguenza) e ne succhiano il nettare. Circa il 15% delle api esegue entrambe le azioni nello stesso viaggio. Mentre il polline è visibile nelle sacche tra le zampe, il nettare viene trasportato nell’addome e riversato all’interno di una cella del favo una volta raggiunta l’arnia. Il polline sono le proteine di cui si nutre un’ape, il nettare rappresenta gli zuccheri.

ATTENZIONE! Trasporto polline

Sapendo ora che si tratta di vomito di ape, siete ancora interessati al miele? Sicuri? Bene, proseguiamo!

Il nettare appena inserito nella cella, a cui le api aggiungono i loro enzimi, ha un contenuto zuccherino molto ridotto, che lo rende deperibile. Le api quindi creano un “giro d’aria” che ne fa evaporare l’umidità e, solo quando il contenuto di zucchero supera l’80 percento, sigillano le celle.

A questo punto il miele è pronto per essere conservato per l’inverno. O per essere raccolto! Per darvi un’idea dello sforzo, un chilo di miele richiede circa cinquantamila viaggi di un’ape operaia. Approssimativamente un’ape nella propria vita raccoglie mezzo cucchiaino di miele! A seconda dello stato della colonia e dell’annata, si possono effettuare uno o più raccolti del miele in un anno, in genere durante o a fine estate.

Per noi che seguiamo un’apicoltura naturale, è importante raccogliere il miele in quantità non troppo elevate, e lasciarne abbastanza alle api per sopravvivere durante la stagione fredda. Infatti le api vanno in letargo da inizio autunno a fine inverno, e ricominciano a volare solo con temperature superiori all’incirca a 10 gradi.

Per raccogliere il miele esistono diversi metodi. Si può tagliare la superficie dei favi e inserirli all’interno di una centrifuga che, facendoli ruotare, fa fuoriuscire il miele. In alternativa, si procede spremendo il favo tra le mani. Nel primo caso il favo di cera si mantiene intatto e può essere riutilizzato, risparmiando così alle api la fatica di ricostruirlo.

Nel secondo invece, viene completamente distrutto.

Con entrambi i metodi si può successivamente fondere la cera e utilizzarla per vari scopi: realizzare candele, fogli cerei per la conservazione dei cibi, cosmetici o strisce di cera da attaccare al telaio al posto delle fondazioni, per aiutare le api nella costruzione dei favi. Quando abbiamo ricevuto i due topbar, gli apicoltori avevano inserito i favi di cera delle api che li avevano costruiti, contenenti miele, da utilizzare come nutritore per la colonia. Et voilá: letteralmente un secchio di cera pronta per l’uso, senza nemmeno doverla togliere alle nostre api!

Letteralmente, un secchio di cera pronta per l’uso

Piccolo aggiornamento dal nostro apiario: lo Zander sano ha un melario completamente pieno, che significa circa quaranta chili di miele pronti per essere raccolti! Se volete vederci all’opera, continuate a seguirci!

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