Bentornato Giro, il Trentino ti aspetta

L’inizio della salita alla Sega di Ala, assoluta protagonista della tappa trentina del Giro d’Italia. Foto Daniele Panato/Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento

3479,9 chilometri. 47 mila metri di dislivello. 21 tappe. 13 regioni (peccato per il Sud Italia, escluso dal percorso). 44 Gran Premi della Montagna. Pordoi la Cima Coppi. Passo Fedaia la Montagna Pantani. Ecco come appare lo scheletro del Giro d’Italia. Ma la corsa rosa non è solo dati e statistiche, è molto di più; è adrenalina, gioia, dolore e fatica. Ma è anche unione, cultura e storia.

L’edizione numero 104 del Giro, infatti, festeggia il 160° anniversario dell’Unità d’Italia (con la partenza da Torino, sabato 8 maggio), il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri (con la tappa Ravenna-Verona), il 100° anniversario della nascita di Alfredo Martini (con la tappa Siena-Bagno di Romagna) e soprattutto il 90° anniversario della Maglia Rosa. Maglia agognata e sognata da tutti, indossata invece solo da pochi fortunati, da pochi eccelsi.

L’anno scorso è passata di spalla in spalla in un ballo movimentato fino all’ultima tappa, ma c’era tempo fa chi la indossava, in un lento e inesorabile unico ballo senza mollarla più.

I FAVORITI

A contendersela saranno in diversi. Su tutti spiccano le gambe eccellenti del colombiano Egan Bernal e dell’inglese Simon Yates. Il primo ha dimostrato una buona gamba durante le classiche di Primavera, mentre il secondo ha dominato il Tour of the Alps. Bisogna capire se la loro condizione reggerà sulle tre settimane: il primo non ha mancato il Tour del 2019, mentre il secondo ha perso un Giro d’Italia proprio per un crollo fisico negli ultimi sette giorni di gara.

Simon Yates, vincitore dell’edizione 2021 del Tour of The Alps

Un altro corridore in cerca di rivincita è Mikel Landa (Bahrain Victorious). Il basco ha spesso dovuto sacrificarsi per i suoi capitani e compagni di squadra senza poter ancora mettere le mani sull’agognato trofeo. Nel suo team, però, c’è Pello Bilbao, che potrebbe spodestare la sua leadership se la gamba non fosse delle migliori. Le grandi incognite però gravitano attorno al nostro Vincenzo Nibali (Treck Segafredo), rimesso in sesto da un infortunio al polso in tempo record, e al bimbo prodigio Remco Evenepoel (Deuceninck-QuickStep), alla prima apparizione ad un grande giro. Il primo dichiara di esserci e di voler far classifica, il secondo invece rientra dopo la frattura al bacino avvenuta durante lo scorso Lombardia.

Tuttavia solo il tempo e l’incedere della corsa daranno un verdetto sulle loro effettive condizioni fisiche. Chi invece può e deve dare di più è il russo dell’Astana Alexander Vlasov; finito sul podio della Parigi-Nizza e del Tour of the Alps, non ha ancora brillato come dovrebbe.

IL PERCORSO

Ogni anno si dice la stessa cosa sul percorso del primo grande giro della stagione: è bello, variegato e spettacolare. Ma ciò significa che disegnarne il successivo è un’impresa ardua, se non impossibile. Fortunatamente la corsa rosa si corre nel Bel Paese e gli organizzatori possono spaziare su ogni tipo di tappa per rendere la corsa imprevedibile ed emozionante. L’edizione 104 prevede infatti due sole cronometro, quella iniziale e quella finale, parecchia salita e ascese inedite, per stuzzicare gli appassionati gli organizzatori hanno piazzato anche 35 chilometri di strade bianche.

LE NOSTRE SALITE

Il Trentino, invece, farà capolino in questo Giro d’Italia nella diciassettesima tappa, Canazei- Sega di Ala. Subito dopo il giorno di riposo la tappa trentina si presenta come una lunga discesa da Canazei a Trento, si costeggerà l’Adige fino ad Avio e poi si comincerà a salire. La prima asperità sarà il passo San Valentino, con pendenze al 7-8%, la discesa successiva è rapida e impegnativa, mentre la seconda ascesa è di quelle vertiginose. La Sega di Ala è sicuramente tra le salite più dure di questo Giro d’Italia, presenta una pendenza massima attorno al 17%, ma fino a 2 km dal traguardo non scende mai al di sotto del 10%.

La salita alla Sega di Ala potrebbe decidere le sorti del Giro. Foto Daniele Panato/Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento

Insomma quest’anno la possibilità di ipotecare la vittoria prima della cronometro finale ci sarà e la bagarre si accenderà sulle pendenze più impervie, anche se è meglio sempre affidarsi all’unica vera legge nel ciclismo moderno: quella della strada. Non resta che aspettare che la corsa cominci e augurare a tutti un buon Giro d’Italia!

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