In questo Natale, oltre ai profughi che scappano per il mondo, è giusto che un pensiero vada anche ai terremotati del Centro Italia, che vivono in un mondo che non c’è più, vittime (fino a quando?) di una precarietà che non deve diventare normalità, ma soprattutto che non deve trasformarsi in quieta disperazione e poi in disperata solitudine.