“Mentre si è raggiunta una parità di rappresentanza tra uomini e donne negli aderenti ai fondi pensione regionali, emerge una significativa disuguaglianza riguardo ai montanti medi maturati: le donne registrano una differenza del 35% in meno rispetto agli uomini, un divario che si ripercuote evidentemente sulla pensione complementare futura”. Lo ha detto la presidente di Pensplan Centrum spa Johanna Vaja in occasione dell’undicesima edizione dell’Equal Pension Day in Regione, che si è svolto il 28 ottobre a Trento.
L’assessore regionale alla previdenza complementare Carlo Daldoss ha ricordato che in Trentino Alto Adige “per chi deve interrompere l’attività lavorativa per prendersi cura dei figli o di persone non autosufficienti all’interno della famiglia, offriamo contributi previdenziali annuali che vanno dai quattro ai novemila euro per integrare il loro percorso previdenziale”.
La prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento Barbara Poggio ha riflettuto che “il pension gap non è che l’esito finale di un lungo processo di divaricazione dei percorsi e delle opportunità lavorative, che si costruisce nel tempo, lungo i percorsi di vita e di lavoro di donne e uomini, alimentato anche da stereotipi che orientano studi, divisione dei tempi di cura, accesso e uscite dal lavoro, modelli organizzativi. Per contrastarlo sono necessarie politiche articolate, in una prospettiva longitudinale, in grado di promuovere un cambiamento culturale diffuso”.