Dal “barometro” emerge che le competenze linguistiche degli altoatesini sono nel complesso molto buone: dal 2004 esse sono migliorate notevolmente e nel confronto europeo l’Alto Adige si trova in una posizione privilegiata.
L’evento “Bolzano Frontiera d’Europa. Profughi, migranti, confini spinati” si è tenuto sabato 3 ottobre alle Officine FS
Una delle più evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, in particolare dell’aumento della temperatura media, è l’inesorabile arretramento dei ghiacciai.
La Giornata ecumenica per la custodia del creato a Merano, quest’anno, avrà come tema la responsabilità nei confronti delle persone che fuggono dalla loro terra a causa di motivi ambientali, oltre che economici, o per guerre e persecuzioni.
“Essere stata classificata come ‘tematica trasversale’ – dice una nota della segreteria del Sinodo – ha dato all’universo femminile un forte radicamento. In quasi tutte le questioni di merito si è dato seguito alla richiesta di pari opportunità”.
“Da anni assistiamo ad una strisciante, crescente e tacita svalutazione della cultura della domenica e dei giorni di festa”, ha detto Muser; “con profonda convinzione chiedo di esporsi per un chiaro impegno verso il tempo della Festa”.
Anche questa settimana è stato reso noto il contenuto di alcuni documenti programmatici del sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone.
Continua, settimana per settimana, la pubblicazione dei “documenti programmatici” del Sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone. Essi contengono le “visioni”.
Il vescovo di Innsbruck ribadisce la condanna del culto di Andreas da Rinn che, come il Simonino di Trento, fu a lungo ritenuto vittima di un omicidio rituale compiuto da membri della comunità ebraica.
Come si deve organizzare la Chiesa per continuare ad essere una realtà significativa per gli uomini e le donne di oggi?
Nuovo appello ad aprirsi all’accoglienza a chi fugge da guerre e miseria. Dopo la recente risoluzione del Sinodo diocesano, interviene direttamente il vescovo Ivo Muser con una lettera alla comunità ecclesiale.
Si ricordano in questi giorni i vent’anni della scomparsa di Alexander Langer (3 luglio 1995). Si era in piena guerra di Bosnia, alla vigilia del genocidio di Srebrenica.