Gli alberi monumentali censiti in Trentino.
Stanno lì come giganti, testimoni di storie del passato di eventi lieti e tristi non solo degli abitanti di Maso Merli, il grande edificio con le caratteristiche di residenza rurale nobiliare, ma dell'evoluzione delle vicende di Sopramonte che da comune autonomo, con la riforma degli enti locali durante il fascismo, è stato aggregato alla città di Trento prima come frazione e poi come circoscrizione.
Guardiani, da oltre 150 anni. Sono i tigli di Villa Welsperg, costruita nel 1853 come casa di caccia dalla famiglia dei Conti austriaci che le dà il nome, e oggi sede dell’Ente Parco Naturale Peneveggio Pale di San Martino.
Parla il biblista Vivaldelli: per la tradizione cristiana solo una “pianta” è in grado di esprimere in pienezza la bellezza della relazione tra Dio e l’umanità: l’albero della croce. Verità di un Dio che “ha messo radici” nella condizione umana.
Negli ultimi due decenni alcuni degli artisti trentini di più spiccata fama internazionale hanno indirizzato una dose importante della loro sensibilità e creatività al mondo vegetale, specificatamente alle piante, agli alberi.
E' normale, un'eccezione in questi mesi di mezza estate per gli scherzi del tempo, vedere sotto il sole pecore, capre, cavalli ed anche bovine al pascolo riunirsi, sul mezzogiorno, sotto il solleone, sotto la chioma di un grande albero...
Sognare un cachi, un kaki o un diospero, o come lo si vuole chiamare, dicono che porti la felicità. Vero o meno che sia, a Pomarolo, nel giardino di Fabrizio Adami l’immaginazione serve a poco.
Dà il benvenuto a chi entra in Valle di Fiemme passando per San Lugano. E’ un maestoso, ma acciaccato tiglio, presenza stabile a fianco della chiesetta del passo. Purtroppo è l’unico rimasto.
A dispetto del trascorrere del tempo e del mutare dei tempi, “l'albero di Mussolini” di Bezzecca gode ancora di buona salute, svettando per oltre 25 metri d'altezza sopra piazza Cassoni.
Pochi sanno che il più grande abete bianco d'Europa si trova in Trentino. Imboccando da Levico o da Caldonazzo la pittoresca strada “del Menador” - antica mulattiera militare – improvvisamente le ripide salite e gli stretti tornanti scavati nella roccia lasciano spazio all'ampio e soleggiato pianoro di Monterovere e di Malga Laghetto.
E' Carnevale, il tempo in cui si bruciano le cose vecchie, il periodo che ci presenta l'esempio più resistente di un falò tradizionale che è resistito nei secoli: il pino di Grauno.
Il Parco Naturale Adamello Brenta considera i Larici della Spora dei veri e propri “monumenti vegetali”, inserendoli nell'elenco dei cosiddetti alberi monumentali.